STRESS, SALUTE E VARIABILITÀ DELLA FREQUENZA CARDIACA (HRV) 

La variabilità della frequenza cardiaca (HRV) rappresenta la variazione degli intervalli di tempo che intercorrono tra un battito cardiaco e l’altro e rappresenta un importante indicatore dinamico, non invasivo, del funzionamento del sistema nervoso autonomo (SNA), della capacità del corpo di rispondere allo stress e dello stato di salute generale.

Ma cos’è il sistema nervoso autonomo? È la branca del sistema nervoso che si occupa di regolare le funzioni involontarie del corpo, come il battito cardiaco, la respirazione, la digestione e la sudorazione. Si divide in due rami principali: il sistema simpatico, che prepara il corpo per situazioni di stress (“combatti o fuggi”), e il sistema parasimpatico, che promuove il riposo e la digestione. Il ramo parasimpatico, attraverso il nervo vago, gioca inoltre un ruolo cruciale nella modulazione degli stati infiammatori. 

Negli ultimi anni, l’HRV ha suscitato notevole interesse in ambito sportivo, cardiologico e psicologico, grazie alla sua capacità di riflettere la risposta fisiologica del corpo allo stress, la sua capacità di recupero e lo stato di salute generale.

A proposito di salute, la variabilità della frequenza cardiaca (HRV) e l’infiammazione sono strettamente correlati. Una basso HRV è generalmente associata a livelli più alti di infiammazione. Questo perché una riduzione della variabilità della frequenza cardiaca può indicare una minore attività del sistema nervoso parasimpatico, che è coinvolto nel controllo delle risposte anti-infiammatorie.

Lo stress cronico, che spesso si riflette in una HRV ridotta, può contribuire a uno stato infiammatorio cronico, mentre una HRV elevata tende a indicare una migliore regolazione autonomica e un minor rischio di infiammazione.

In ambito sportivo, il monitoraggio dell’HRV è spesso utilizzato per valutare il carico più appropriato di allenamento e dosare le pause di recupero, con una riduzione dell’HRV che indica un possibile stato di sovrallenamento o un recupero insufficiente.

Gli atleti tendono ad avere un’HRV più alta rispetto ai non atleti, segno di un sistema cardiovascolare ben allenato e di una maggiore “flessibilità autonomica”.

Un HRV bassa è stata associato a un maggior rischio di eventi cardiovascolari, come

infarto del miocardio e morte cardiaca improvvisa e viene utilizzata come strumento prognostico nei pazienti con insufficienza cardiaca o post-infarto. Viene utilizzata anche per prevedere e gestire condizioni croniche quali diabete, ipertensione e disturbi del sonno. Un HRV ridotta è comunemente osservata in pazienti con queste condizioni ed è considerata un indicatore di gravità e progressione della malattia.

La scarsa qualità del sonno o la privazione del sonno sono associate a una riduzione dell’HRV, che può contribuire agli effetti negativi sulla salute causati da disturbi cronici del sonno.

Allo stesso modo, ansia e depressione si correlano con una riduzione dell’HRV, segno di un disequilibrio a livello del sistema nervoso autonomo.

L’HRV è sempre più utilizzata dalla popolazione generale tramite dispositivi indossabili quali smart-watches o anelli per monitorare i livelli di stress giornalieri e lo stato di benessere generale, sebbene la quantità e qualità dei parametri rilevati (correlati al HRV) non sia paragonabile alle rilevazioni effettuate da personale esperto tramite cardiofrequenzimetri, fotopletismografi da dito o da orecchio o elettrocardiogrammi collegati ad appositi software.

Alla luce delle correlazioni cliniche citate, tuttora oggetto di approfondimento a livello di ricerca scientifica, come è possibile modulare tale indice al rialzo?

Interventi come la mindfulness, la respirazione guidata, la meditazione, l’esercizio fisico e il biofeedback tramite appositi strumenti hanno dimostrato di aumentare l’HRV, suggerendo potenziali benefici terapeutici per la salute generale. Tuttavia, è certamente raccomandabile rivolgersi a un professionista qualificato per la valutazione, interpretazione e indicazione terapeutica più opportuna per migliorare tale indice di salute.

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