Sonno e dolore cronico

Il dolore cronico è strettamente associato ai deficit in durata e qualità del sonno secondo una relazione biunivoca: il dolore può disturbare il sonno e sonni brevi e disturbati abbassano la soglia di percezione del dolore e aumentano il dolore spontaneo.

Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato che una cattiva qualità del sonno o una sua durata insufficiente rappresentano fattori di rischio per lo sviluppo di dolore cronico.

Inoltre, c’è una forte evidenza che sonno brevi e disturbati possano causare iperalgesia (aumentata sensibilità agli stimoli dolorosi) e lo sviluppo o esacerbazione di dolori spontanei (ad es. dolori muscolari, mal di testa).

Tale associazione bidirezionale perpetua e amplifica i disturbi del sonno e il dolore, dando vita a un circolo vizioso, nei soggetti affetti da dolore cronico (dormo male —> ho più dolore —> dormo male perché ho dolore ecc.).

È bene considerare che diversi farmaci utilizzati per curare vari disturbi, tra cui le sindromi dolorose, hanno effetti negativi sulla qualità del sonno, favorendo un aumento del dolore nei soggetti con dolore acuto o cronico. Tra questi possiamo citare gli oppioidi, gli antidepressivi, i betabloccanti e i cortisonici.

Tra gli approcci terapeutici non farmacologici utili per gestire i disturbi del sonno figurano: l’educazione all’igiene del sonno (serie di regole comportamentali da seguire per favorire un riposo notturno di qualità), la mindfulness, le tecniche di rilassamento e la terapia cognitivo-comportamentale.

L’igiene del sonno prevede, tra le varie, di programmare il proprio ritmo sonno-veglia, svolgere una regolare attività fisica, limitare il bere in prossimità del sonno, limitare gli alcolici e la caffeina soprattutto di sera, evitare il fumo, rispettare una routine pre-coricamento e di evitare le fonti di luce intensa e stimolanti quali smartphones e tablet (sostituendoli con un buon libro).

Un utile aiuto può essere fornito anche dall’Osteopatia.

Leave a reply