Lombalgia

Per lombalgia (low back pain per gli anglosassoni) si intende un dolore localizzato tra il margine costale inferiore e la piega glutea inferiore, con o senza dolore riferito all’arto inferiore.

Viene generalmente distinta in acuta nei casi in cui gli episodi dolorosi siano presenti da meno di 6 settimane, sub-acuta qualora persistano dalle 6 alle 12 settimane e cronica oltre le 12 settimane di durata.

È il disturbo muscolo-scheletrico più comune nella popolazione adulta, tanto da interessare fino al 84% della popolazione e nei paesi sviluppati si associa a importanti costi diretti e indiretti.

I sintomi riferibili alla lombalgia possono derivare da varie strutture anatomiche quali radici nervose, muscoli, fasce connettivali, ossa, articolazioni, dischi intervertebrali e organi interni della cavità addominali e, talvolta, anche da un’alterata elaborazione del dolore a livello del sistema nervoso centrale.

Nonostante ciò, la maggior parte delle lombalgie vengono definite “aspecifiche” in quanto non è possibile identificare una patologia a livello radiologico. Piuttosto, risulta spesso esserci una scarsa correlazione tra i ritrovamenti dell’imaging e i sintomi riferiti.

Rappresenta, pertanto, un processo complesso e multifattoriale, spesso influenzato anche da fattori psicologici quali stress, depressione e ansia.

La gestione acuta delle lombalgie prevede la somministrazione di FANS, l’invito a rimanere fisicamente attivi e la somministrazione di terapie manuali (tra cui l’Osteopatia).

Al perdurare dei sintomi è consigliabile dare sempre più la priorità ad approcci attivi basati sull’esercizio terapeutico e all’educazione al dolore.

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