BRUXISMO (DIGRIGNAMENTO, SERRAMENTO)

Col termine bruxismo si intende un’attivazione ripetitiva della muscolatura mandibolare caratterizzata dal digrignamento o serramento dei denti e/o da un serramento della mandibola (Loobezoo et al. 2013). Tale fenomeno può manifestarsi durante il sonno (“bruxismo notturno”) o al risveglio (“bruxismo diurno”). 

Tale fenomeno interessa dal 15 al 40 % dei bambini tra i 6 e i 12 anni e circa il 10 % della popolazione adulta (Mandredini et al. 2013; Garde et al. 2014).

Le cause del bruxismo non sono ancora ben note e sembrano essere multifattoriali. 

Attualmente si attribuisce più rilevanza al ruolo del sistema nervoso centrale (SNC) e autonomo (SNA) e ai cosiddetti fattori bio-psico-sociali quali stress, ansia, paure e frustrazioni, piuttosto che a fattori biomeccanici quali rapporti dentali non fisiologici o malocclusioni. 

Sembra avere una correlazione importante col fenomeno  delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), caratterizzato da frequenti risvegli di pochi secondi associati a forte russamento notturno e sonnolenza diurna, di cui sembrerebbe essere conseguenza e rispetto a cui avrebbe, addirittura, un ruolo protettivo nei casi gravi. 

Laddove il bruxismo notturno, manifestandosi inconsciamente durante il sonno, non viene generalmente percepito dal soggetto affetto (tutt’al più dal partner con cui si è soliti dormire), nella versione diurna può esserci una parziale consapevolezza della componente di serramento protratto nel tempo.

Sebbene non tutti gli esperti siano concordi nel considerarlo un disturbo vero e proprio, piuttosto che un semplice fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi, il bruxismo può indubbiamente produrre conseguenze negative a carico dei denti (usura da lieve a grave, con possibili scheggiamenti e rotture), dei muscoli masticatori (tensione, dolore e affaticamento oro-facciale, cervicale, delle spalle, con possibile cefalea associata), delle articolazioni temporo-mandibolari (sovraccarico articolare con dolore, rumori, click mandibolari e alterazioni funzionali) e della qualità del sonno (sonno disturbato e non riposante). 

Qualora si inizi a percepire tensione o dolore mandibolare o ci venga riferita la presenza di digrignamento durante il sonno, è bene rivolgersi a un odontoiatra per approfondire la valutazione del quadro e ricevere le opportune indicazioni terapeutiche. 

In caso di concomitante apnea ostruttiva del sonno (generalmente anch’essa notata dal partner con cui si dorme sotto forma di respiro anomalo e forte russamento notturno), è utile rivolgersi a un centro di Medicina del Sonno.

Tra gli approcci terapeutici proposti figurano l’applicazione di un bite (placca occlusale in resina) a livello dell’arcata dentale superiore o inferiore per limitare il progredire dell’usura dentale, gli approcci cognitivo-comportamentali per aumentare la consapevolezza del disturbo, migliorare la capacità di rilassamento, educare agli stili di vita corretti e all’igiene del sonno. 

A tal proposito, è consigliabile evitare fumo, caffè e bevande alcoliche di sera, limitare l’attività fisica e le stimolazioni mentali prima di andare a letto.

In presenza di eccessiva tensione muscolare può essere utile rivolgersi a un fisioterapista/osteopata per detendere la muscolatura e imparare utili esercizi di auto-trattamento e rilassamento (vedi esercizi in appendice).

Nei casi più ostici potrebbe essere necessario assumere farmaci antidepressivi, ansiolitici e miorilassanti.

Auto-massaggio muscoli masseteri

Appoggiare le dita di entrambe le mani semi-distese davanti alla porzione postero-laterale delle guance, applicare una pressione moderata (non troppo leggera, altrimenti si stimola solo la cute) ed esercitare dei piccoli movimenti lenti e circolari di frizione fino ad avvertire una sensazione di diminuzione della tensione e/o del dolore eventualmente evocato.

Auto-massaggio muscoli temporali

Appoggiare le dita di entrambe le mani semi-distese sulle tempie, applicare una pressione moderata (non troppo leggera, altrimenti si stimola solo la cute) ed esercitare dei piccoli movimenti lenti e circolari di frizione fino ad avvertire una sensazione di diminuzione della tensione e/o del dolore eventualmente evocato.

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