
SCIATALGIA (SCIATICA)
La sciatalgia (o sciatica) è una condizione dolorosa causata dall’irritazione o compressione del nervo sciatico, il più lungo e voluminoso del corpo umano, caratterizzata da dolore che si irradia dalla zona lombare lungo il decorso del nervo, attraversando gluteo, coscia e gamba, fino al piede. Spesso il dolore si associa a parestesie (formicolii), debolezza muscolare e ridotta mobilità (Davis et al., 2023).
Cause e Fattori di Rischio
La causa più comune di sciatalgia è la presenza di un’ernia del disco lombare a livello di L4-L5 o L5-S1, che comprime le radici nervose (Koes et al., 2023).
Altre cause includono: la stenosi del canale spinale (restringimento del canale vertebrale, più frequente nella popolazione anziana), la sindrome del piriforme (intrappolamento del nervo a livello muscolare) o la spondilolistesi (scivolamento di una vertebra rispetto alla vertebra sottostante).
Cause meno comuni possono essere: tumori, infezioni o il diabete (neuropatia diabetica) (Geneidy et al., 2024).
Tra i fattori di rischio per l’insorgenza della sciatalgia modificabili è importante citare: obesità, sedentarietà, lavori manuali pesanti e il fumo (Shiri et al., 2023).
Epidemiologia
L’incidenza annuale della sciatalgia nella popolazione generale è stimata tra 1% e 5%, con un picco tra i 40 e i 50 anni (Hoy et al., 2023). Circa il 40% degli individui sperimenterà almeno un episodio nella vita, ma solo il 20-30% svilupperà sintomi persistenti oltre 6 settimane (Foster et al., 2024).
Approcci terapeutici
Secondo le Linee guida internazionali più recenti (NICE 2023 e American College of Physicians 2024), la gestione conservativa iniziale dovrebbe prevedere:
- assunzione di farmaci FANS per 7-10 giorni e/o corticosteroidi orali/epidurali nei casi severi
- mantenimento di uno stile di vita il più possibile attivo, nei limiti concessi dal dolore, evitando quindi il riposo assoluto. (Qaseem et al., 2024).
- Fisioterapia sotto forma di Terapia Manuale (manipolazioni vertebrali, mobilizzazioni articolari, mobilizzazioni neurali) ed esercizio terapeutico (rinforzo della muscolatura che stabilizza il tronco, stretching muscolare e mobilizzazione neurale)
- educazione del paziente: guida al mantenimento di uno stile di vita il più possibile attivo, strategie di gestione posturale, ergonomia e ricerca delle posizioni e movimenti antalgici, indicazioni sull’evoluzione del quadro generalmente favorevole.
Tra gli approcci medico-specialistici emergenti è opportuno citare le infiltrazioni di ozono a livello paravertebrale (generalmente da parte di specialisti medici quali Ortopedici o Fisiatri) o, nei casi più renitenti ai trattamenti conservativi prolungati, a livello intradiscale sotto guida TAC (generalmente somministrati dai Neuro-radiologi).
Sebbene controverso, anche l’utilizzo di neuroepilettici quali pregabalin può essere preso in considerazione specialmente nelle sciatalgie severe persistenti.
Un aspetto importante da sottolineare è che la sciatalgia ha un’elevata probabilità di guarigione spontanea, soprattutto quando è causata da un’ernia del disco lombare (la causa più frequente). I dati della letteratura mostrano infatti che il 70-90% dei casi acuti si risolve senza trattamenti specifici entro 4-6 settimane (Davis et al., 2023).
L’ernia discale, in particolare, può andare incontro a riassorbimento spontaneo grazie a meccanismi immunomediati, con miglioramento correlato alla dimensione dell’ernia (Chiu et al., 2024).
La maggior parte dei pazienti mostra, inoltre, un miglioramento significativo con il solo controllo del dolore e un’attività motoria graduale.
Anche nei casi a risoluzione spontanea, la fisioterapia precoce (es. esercizi di mobilizzazione neurale, stabilizzazione lombare) può accelerare i tempi di recupero e ridurre il rischio di recidive (Saragiotto et al., 2023).
La persistenza oltre i 3 mesi interessa solo il 5-10% dei pazienti e spesso è associata alla presenza di obesità, fattori psico-sociali quali depressione o catastrofizzazione o alla presenza contestuale di stenosi spinale lombare (Konstantinou et al., 2023).
In caso di fallimento della terapia conservativa, se il quadro non migliora nel giro di qualche mese, può rendersi utile la chirurgia. Tale opzione può talvolta essere intrapresa anche in maniera tempestiva in caso di Sindrome della Cauda Equina o nelle paresi motorie significative (ad es. piede cadente) (NICE, AANS ACP 2024-2024).
Tra gli approcci chirurgici principali figurano la discectomia/microdiscectomia, la laminectomia/decompressione nei casi di stenosi spinale e la fusione vertebrale nei casi di instabilità.
Conclusioni
La sciatalgia ha un’ottima prognosi nella maggioranza dei casi, ma è cruciale evitare il riposo prolungato e monitorare segni di allarme quali deficit motori. Se i sintomi persistono oltre le 6 settimane, è raccomandata una (ri-)valutazione specialistica per escludere complicanze.
È raccomandabile fare riferimento a un medico specialista (Fisiatra, Ortopedico, Neurologo…) per l’approfondimento diagnostico e l’impostazione del programma terapeutico generale.
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