Il tocco terapeutico

Il trattamento manuale rappresenta l’elemento centrale dell’identità osteopatica, apprezzato e atteso dai pazienti nel contesto del rituale terapeutico storicamente fondato sull’uso del tocco.

Il tocco è in grado di produrre una modulazione del dolore in un’area corporea attorno alla sede in cui vengono simultaneamente somministrati stimoli dolorosi non solo abbassando i livelli di ansia, ipervigilanza e paura del dolore, bensì anche attraverso un’interazione sensoriale.

Questa regolazione discendente dei livelli di dolore (‘analgesia tattile’) sembra essere espressione di una funzione modulatoria esercitata dalle fibre aβ sui circuiti Aδ e C e mediata da circuiti neurali sottocorticali a livello del tronco encefalico.

Il cosiddetto ‘tocco affettivo’ è in grado sia di comunicare che di indurre emozioni.

L’utilizzo di tecniche dolci, stimolando le fibre C-tattili, facilita comportamenti affiliativi e la riduzione del dolore attraverso segnali neuro-endocrini, inclusa l’attivazione di oppioidi endogeni, i circuiti della dopamina e dell’ossitocina.

Pertanto, il contatto empatico col paziente veicola il tocco dell’osteopata, inclusa la dimensione significativa della comunicazione non-verbale — dipendente dal contesto — promuovendo risposte emotive positive quali senso di sicurezza e rilassamento e riducendo quelle negative quali l’evitamento e i biomarkers stress-correlati (ad es. alfa amilasi e cortisone salivari, frequenza cardiaca) attraverso la disattivazione dei sistemi implicati nella risposta stressogena alle minacce, siano esse vere o percepite come tali.

Oltre alle influenze di natura biomeccanica, gli approcci manuali sembrano migliorare la percezione corporea dei pazienti attraverso la promozione di una riorganizzazione delle rappresentazioni mentali del proprio corpo, specialmente per le regioni corporee nascoste alla vista come la colonna vertebrale.

In tal senso, le tecniche manuali offrono al paziente un’occasione per discriminare tra stimoli sicuri e pericolosi, promuovendo una percezione integrata e consapevole di un “corpo sano”, invece che “danneggiato” o “minacciato”.

In sintesi, la complessa e multidimensionale interazione tra paziente e terapeuta sfrutta la terapia manuale come una forma specifica di tocco umano. In questa prospettiva, la stimolazione tattile indotta dalle mani dell’osteopata, non solo incontra le aspettative del paziente, ma rappresenta uno strumento elettivo per comunicare significativi messaggi non verbali capaci di produrre analgesia, regolare le emozioni e riorganizzare le rappresentazioni mentali del paziente.

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